domenica 19 aprile 2015

Tesoro, ti presento i miei....


Quando una coppia convive da anni, è probabile che si arrivi alla fatidica domanda “Quando mi presenti i tuoi?”
Di solito sono le donne a chiederlo, e per gli uomini spesso è l’inizio di un calvario fatto da pensieri del tipo “oddio, cosa gli racconto ai miei? e mia madre che gli dico?....”, per cedere il passo alle prime scuse sulla salute cagionevole dei genitori, e che abitano lontano. Poi diventate ondivaghi nel parlare con le vostre donne, soprattutto quando passa in televisione una pubblicità su famiglie riunite a tavola.
Insomma, la vostra tensione è simile al camminare sulla spiaggia, sotto il sole delle due del pomeriggio, e senza ciabattine.

Ma è ora che qualcuno vi sveli un segreto: anche per noi donne la questione può essere veramente spinosa!

Non sto tanto a girarci intorno, io tremo pensando al momento in cui entrate dalla porta di casa e, con noncuranza, mentre raccontate della giornata passata, buttate lì la frase “a proposito: domani sera stiamo a cena dai miei, così te li presento”.
“Uh caro! ma è meraviglioso”, no, non sto pensando a questo. Dentro la mia testa echeggia un potentissimo ARGHHH!

Mi piace pensare che l’unica coppia perfetta in tutta la storia del mondo, sia solo quella di Adamo ed Eva, proprio perché non avevano suoceri. E credo che lo sarebbe lo stesso anche in questo secolo. Soprattutto se la nostra convivenza viaggia tranquilla, in un perfetto equilibrio di routine tra lavoro, amici e sesso fantasioso.

Mi presenti i tuoi? e come mi presenti? Se gli dici che sono:

la tua “ragazza”: tua madre mi guarderà da capo a piedi, con occhi che si muoveranno a tic-tac di orologio, come quelli del coccodrillo di Capitan Uncino, facendo un rapido calcolo che non sono così giovane e su quanto mi rimane per darle un nipotino.
Mentre tuo padre starà pensando se posso accompagnarlo alla pomeridiana del teatro dell’opera.

la tua “compagna”: tua madre mi guarderà con sfida, gonfiando il petto, ingrossando le spalle e alzando la pettinatura dei capelli, trasformandosi nella leonessa che protegge il suo bambino. Tuo padre si chiederà se conosco la storia dei partigiani in Italia.

Tesoro mio! come la metti, o come mi presenti a questa cena, per me sarà sempre un grosso problema entrare nelle loro “grazie”.

E poi immagino già come si svolgerà la cena.
Qualsiasi argomento si toccherà, lei - la mamma - avrà SEMPRE ragione.
Posso avere tre o cinque lauree, aver viaggiato per tutto il mondo, aver conosciuto tanta gente, ma lei saprà sempre qualcosa in più.
Ogni pietanza portata a tavola, sarà sottolineata dal suo sguardo amoroso verso il suo bambino con “so quanto ti piace questo piatto!”, e quello sguardo si trasformerà su di me come un guanto-da-forno gettato come sfida, perché io non so cucinare bene come lei.
Se poi tu racconterai delle mie capacità o di qualche prodezza che ho fatto, lei ti porterà in cucina con qualche scusa e ti farà la domanda: “allora, te la sposi o no?” e io non voglio rompere questo idilliaco equilibrio che abbiamo di convivenza.

Perciò aspettati che la mia risposta sia “Caro, ma perché dargli tanto disturbo? Facciamo un’altra volta”  e non ne parliamo più.

A meno che tu non insista, e allora non chiedermi perché ho le scarpe da corsa e sto andando verso la porta….

La convivenza è fatta solo di due persone, e basta..




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