Una giornata per me, una giornata dedicata a me, perdendo tempo.
Voglia di
prendere un po’ di sole, ma con il traffico che impazza sul raccordo,
preferisco andare in piscina.
Sdraiata su
un lettino azzurro turchese, lucida di crema solare e con un libro nuovo da
leggere poggiato a bordo ombrellone, mi rilasso guardando la gente che affolla
lentamente il resto della piscina.
C’è il papà
che si sente l’allenatore del mondo, che urla alla figlia in acqua di battere
forte le gambe, mentre questa nuota sul dorso. Urla come se stesse allenando una campionessa.
In effetti la
bimba è veramente brava, ma provo pena per lei. Avrà meno di dieci anni ed è
una giornata di sole e sta facendo vasche su dorso con un padre che urla
istruzioni su come e cosa fare.
Sta dando le
ultime battute prima di arrivare al bordo, e il padre urla: “Su il mento! SU IL
MENTO!” - ma solo a me da fastidio?
Lascio
perdere l’allenatore e mi concentro su una tipa che si sta spalmando la crema
un paio di lettini più giù. La riconosco subito: è la donna “carioca”. Chiamo
così quel tipo di donna un po’ .. colorata.
Labbra e
unghie di mani e piedi color rosso rubino, il bikini è nero, ma il pareo è
coloratissimo per non parlare del cappello in paglia a falda larga.
I capelli sono
leggermente ramati e lei attorciglia una ciocca mentre legge una rivista, o
guarda con occhi sognanti il panorama.
Di fronte a
me, al lato opposto, c’è un bel tipo. Fisico atletico, bei bicipiti e tartaruga
ben in vista. Insomma un dio greco sceso in terra, ma che è rimasto ancora dio!
Si alza dal
lettino in modo atletico e scattante, facendo guizzare i muscoli delle gambe.
Si avvia verso la doccia e si tuffa in piscina, iniziando una serie infinita di
vasche a stile libero.
Dal dio
greco, lo sguardo passa al bagnino. Anche lui atletico, muscoli scattanti e –
finalmente! – sorridente. Si avvicina a me chiedendo se è tutto a posto:
lettino, ombrellone….
Si tutto a
posto, solo una cosa che non va: l’età. Magari avessi qualche anno di meno!
Ma questo non
lo dico, lo penso soltanto.
Nel frattempo,
mentre indugio sulle prime pagine del romanzo, il dio greco si ferma.
Appoggia le
braccia lunghe sul bordo piscina, cercando di regolarizzare il fiato.
La donna
carioca lo fissa subito, si alza con movenze molto femminili, sembra fatta di
burro, con curve messe “nei punti giusti”. Con andatura stile “gelatina” si
avvicina al bordo e si siede. Prima di infilare un piedino grazioso dentro
l’acqua, guarda il dio greco ansimante e gli chiede: “E’ fredda l’acqua?” Lui gira lo sguardo, mentre fa scivolare le
mani sui capelli scuri e bagnati per tenerli indietro, e gli risponde
semplicemente “Per me è calda. Ma io ho fatta trenta vasche…” Lei sgrana gli
occhi e risponde: “Cioè l’acqua diventa calda dopo trenta vasche? E non si può
fare qualcosa?”
Ohdiomio!!!
Ecco cosa adoro della donna “carioca”: la capacità di dire cose stupide senza
perdere sensualità.
Il dio greco
sorride, e risponde che comunque l’acqua è calda. Lei continua: “Forse è bene
che prenda una tavola di gomma per poggiarmi, non so nuotare bene e mi bagnerei
i capelli, mi può passare quella vicina a lei?” Il dio greco, sempre
sorridendo, porge una tavoletta color rosso. “Oh grazie! Sa preferisco il
rosso, per questo ho voluto questa!” cinguetta la “carioca”.
Wow! Sto prendendo
lezioni di sensualità: è così che si abborda un dio!
Lei scivola
lentamente dentro l’acqua – proprio come il burro in una padella calda! –, si
appoggia mollemente sulla tavoletta rossa, sbattendo le gambe piano. “Uh! Che
pensa, mi fare bene alle gambe?” - “Sicuro!
Ma le sue gambe sono già belle così!” risponde il dio greco.
Ecco, io
pecco in questo: non sono brava a fare la donna “carioca”. Prendo appunti.
Il dio greco
continua a respirare profondamente, la “carioca” sguazza felice ogni tanto si
danno un’occhiata fugace e si sorridono. Pare che tutto stia filando liscio
sotto il sole!
Ma poi il dio
si dirige con due bracciate verso le scalette, esce dalla piscina lisciandosi ancora
una volta i capelli nero ebano con le sue mani perfette. Con camminata sicura,
da farti perdere la testa, si dirige verso il suo lettino.
Lei continua
a sgambettare dentro l’acqua, e noto che ci rimane male.
Ricordatevi
che alla “carioca” piace stare al centro dell’attenzione!
Nel silenzio
si sente un cellulare che squilla, il dio greco guarda il display e risponde
con un sorriso talmente abbagliante da provocare incidenti agli automobilisti
in fila sull’ardeatina: ”Ehi Amore aspettavo di chiamare, non ti volevo
svegliare”
Ecco! Ha una
compagna, sicuramente è Artemide. Il destino vuole così: i meglio sono sempre
già presi.
Pazienza.
Domani andrò al
mare, magari lì ci sarà da divertirsi di più e prendere altre lezioni di
sensualità.
…E mi vestirò
con pareo colorato e labbra rosso rubino…funzionerà?