lunedì 8 aprile 2013

io voglio il lieto fine

Una giornata ventosa, che sembra fatta apposta per il mio umore. Sono in compagnia di un amico di  che, come me, è senza lavoro.
Stamani siamo andati ad una agenzia interinale, abbiamo riempito moduli, fatto test attitudinali, valutato le conoscenze delle lingue straniere.
Alla fine hanno inserito i nostri nominativi nel loro database e detto che saremo contattati al più presto.
Al più presto quando? Ho chiesto alla ragazza, vestita con la divisa colorata dell’agenzia: “Non posso essere precisa, dipende dalle posizioni che sono richieste. Arrivederci” è stata la risposta, accompagnata da un sorriso falso e sistemata di occhiali firmati sul naso. Avrei voluto dirle a chiare lettere che non c’era bisogno del sorriso di sufficienza, bastava parlare, e non farmi perdere tempo a riempire tutti quei questionari e moduli valutativi. Ovviamente non l’ho fatto, ho tenuto a bada la mia frustrazione; non è colpa sua, è una dipendente che sta svolgendo semplicemente le sue mansioni.
Così, finalmente, siamo usciti all’aria aperta, e incamminati lungo il viale per ritornare a casa. Una sosta al bar per un caffé, un giornale all’edicola lì vicino, ed eccoci seduti alla panchina dei giardini. Lui intento a leggere un articolo di politica, io invece ad osservare le persone che passano.
In lontananza si sente il vociare animato dei ragazzi dall’uscita da scuola, mi diverto a guardarli mentre arrivano di corsa, con giacche legate in vita, che poggiano senza grazia i loro zaini per terra. Uno di questi sale su un tronco d’albero reciso e inizia a ballare, qualcuno lo riprende con il cellulare, altri invece si scambiano orari di appuntamenti, e tutti diversi. Mi vien da pensare se sono scoordinati loro, oppure io ho un’altra concezione del tempo.  
Provo una punta di nostalgia per quella leggerezza, ma ogni età ha un suo percorso di vita. Io l’ho passata tempo fa, ma mi manca quella sensazione del tutto è possibile nel futuro, soprattutto ora.
Non può essere sempre così,  e non voglio che sia sempre così tutto incerto.
“Voglio il lieto fine!” mi scopro a dire a voce alta. L’amico, seduto vicino a me, alza lo sguardo dal giornale e mi sorride. “Se vuoi il lieto fine, ci sarà. Ma non nutrire tante aspettative, sii realista.”
Sono realista, ma mi rifiuto di essere così. Ho 50 anni compiuti, ho ancora tanta di quella energia che spaccherei quell’albero reciso, anzi ci salirei sopra, mandando una bella musica dance a palla e farei ballare tutta la via. Perché non devo avere un lieto fine? Sono realista perché credo in quello che sogno.
“D’accordo:  ma i sogni sono belli perché tali” mi risponde lui. Ma quando senti che tutto ti crolla addosso, io ho imparato a farmelo scrollare dalle spalle e a salirci sopra.
Si, ho detto a salirci. Non so cosa ci sarà nel mio futuro, ma tutto quello che mi pioverà addosso, io continuerò a scrollarlo dalle spalle e a salirci su. Fino a quando tutto questo diventerà una montagna, e se continuo a salire, scrollata dopo scrollata, io sarò su in cima alla montagna. Io avrò lieto fine, perché lo voglio.
“Caro amico mio, i sogni possono diventare realtà, soprattutto quando non hai nulla da perdere…Benvenuto nuovo che avanzi!” .

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