Saltavi da
un posto all’altro.
Correvi per le scale facendo tanto rumore, ma nessuno aveva
coraggio di farti ramanzine, perché era rumore di vita.
Mi dicevi
sempre “da grande andrò sulla luna! Vedi?
E’ quella bianca lassù!” e indicavi con il ditino quell’astro argentato nel
cielo.
Eri pieno di
ambizioni. Poi la vita ha deciso un percorso diverso.
Quando ci
siamo rivisti dopo anni, mi raccontasti di sogni diversi, di lavori diversi, di
case abbandonate e ricostruite.
Non sei
andato sulla luna, ma camminando mi dicesti: “Guarda che luna stasera!” e nel
buio ho sorriso, perché ho visto il bambino che non avevo scordato.
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