Vorrei avere ancora quella voglia di esprimere desideri, come facevo da bambina. Il momento magico era la lettera per Babbo Natale. Tiravo giù una lista di cose che volevo e vestiti che sognavo di avere. E la concludevo sempre con un pacco di gioia da donare a tutto il mondo, perché non ci fossero più guerre, perché tutti fossero felici.
Vorrei riscrivere quella lettera ancora una volta. Prendo un foglio di carta e penna, non ci metterò più le cose desiderate, perché tanto le cose poi non ti attraggono più, chiedo invece di ricominciare tutto daccapo, cambiando i momenti bui in luce, e quelli tristi in gioia. Voglio una vita diversa da questa che ho passato fino ad ora. E solo in quel momento mi rendo conto che sarebbe una vita nuova, ma non mia, è una vita artefatta.
Riprendo la lettera, butto giù ancora un paio di frasi, ma è inutile, alla fine è indirizzata non più a Babbo Natale ma ad uno sconosciuto e la strappo. Oggi è troppo importante e non voglio sprecarlo a chiedere. Oggi vivo.
Forse anche questa è una lettera a uno sconosciuto.
RispondiEliminaForse scriviamo tutti a uno sconosciuto.
Forse per questo scriviamo, perchè siamo tutti sconosciuti.
o forse perché non vogliamo sentirci più soli, chissà!
RispondiEliminaCi si sente soli per differenza, perchè magari ci capita di osservare una coppia, un due. Finchè si è da soli e si incontrano solo soli, tanti uno, non ci rendiamo conto della diversità. Anche io ne parlo spesso nelle mie camere.
RispondiEliminauna volta lessi (non ricordo dove o chi) che tu sei un essere intero, ma quando ami ti spezzi in due. Forse la forza di amare è accettare di essere spezzato in due. O forse devi prima conoscere in fondo te stesso, prima di spezzarti. O prima che sia la vita a spezzarti.
RispondiEliminabello! non avevo mai pensato all'essere unico e poi spezzarsi in due.
RispondiElimina